Cos’è, come si estrae e a cosa serve l’iridio

Cos’è, come si estrae e a cosa serve l’iridio

In questo articolo andremo a parlare dell’iridio, elemento chimico e metallo nobile che per le sue proprietà trova largo impiego nella realizzazione di leghe dentali, ma anche per altre destinate a lavorare ad alte temperature.

Cos’è l’iridio?

L’iridio è un elemento chimico il cui simbolo è Ir, si tratta di un metallo nobile di transizione dal colore bianco-argento, stabile e denso, estremamente duro e appartenente al gruppo del platino (PGM). In natura è presente in leghe con l’osmio.

Una peculiarità che lo caratterizza è l’elevata resistenza alla corrosione per la quale è considerato in assoluto il metallo più resistente. È in grado infatti di mantenersi inalterato ad attacchi di sali, ossidi, acidi minerali e acqua regia, mentre risulta leggermente vulnerabile a cloruro di sodio e sodio cianuro. Inoltre questo metallo è molto stabile sia alle alte temperature che agli ambienti chimici.

L’iridio metallico possiede il secondo modulo di elasticità più alto di tutti gli elementi metallici, fattore che lo rendono molto rigido e resistente alla deformazione.

Iridio deriva dal termine latino iridium, da iris che significa arcobaleno.

Come si estrae l’iridio?

L’iridio si estrae come sottoprodotto di nichel e di tutti i metalli appartenenti al gruppo del platino. I concentrati di PGM vengono poi venduti a raffinerie specializzate nell’isolamento dei singoli metalli.

Qui inizialmente vengono isolati argento, oro, palladio e platino, il materiale residuo viene poi fuso con bisolfato di sodio per la rimozione del rodio, la parte restante viene poi fusa con perossido di sodio per eliminare rutenio e osmio. La parte rimanente è biossido di iridio a bassa purezza che viene poi dissolto in acqua regia. Da qui il contenuto di ossigeno viene rimosso con l’impiego di esacloroiridato di ammonio, mentre un processo di essiccazione per evaporazione e combustione con idrogeno gassoso porteranno alla luce quello che è da considerare quale iridio puro.

Si stima che annualmente vengano prodotti in tutto il mondo dalle 3 alle 4 tonnellate di iridio, gran parte per produzione di minerale primario, ovvero come da procedimento appena spiegato, mentre la restante risultato del riciclo di catalizzatori e crogioli esauriti.

I principali giacimenti con presenza di iridio sono in Sud Africa, mentre in Russia e Canada lo si trova nelle miniere di nichel.

A cosa serve l’iridio?

L’iridio per via della sua durezza e al contempo fragilità, risulta difficile da lavorare e modellare. La resistenza alla corrosione chimica e alle alte temperature lo rendono idoneo comunque a molteplici applicazioni, tra cui possiamo elencare:

  • Realizzazione di leghe per particolari destinati a lavorare ad alte temperature
  • Realizzazione di contatti elettrici come per esempio le candele
  • Creazione di leghe composte da osmio e iridio per penne stilografiche
  • Catalizzatore per la carbonilazione del metanolo per produrre acido acetico
  • Realizzazione di leghe in unione al platino
  • Costruzione di leghe per protesi dentali
  • Produzione di Oled a luce bianca.

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